Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Family day: brutte compagnie    Torna alle categorie

Consiglio regionale del Piemonte: Family Day

Consiglio regionale

Family day: brutte compagnie.

 

Martedì 8 maggio, nella seduta del consiglio regionale, è passato a maggioranza un ordine del giorno della destra (primo firmatario il consigliere Leo) che prevedeva l’adesione del consiglio al family day che si è svolto il sabato successivo.

Andiamo con ordine:

La destra chiede e ottiene che il tema del family day sia discusso come prioritario in consiglio scavalcando decine di punti all’ordine del giorno da tempo.

Sono presentati numerosi ordini del giorno da parte di gruppi di minoranza (Forza Italia, Alleanza nazionale, UDC, Lega). Tutti chiedono l’adesione del consiglio alla manifestazione di Roma, con invio di delegazione ufficiale e destinazione di fondi.

DS e Margherita, non senza difficoltà e con qualche contraddizione, giungono ad un testo unico: valorizzazione della famiglia, richiamo all’art. 29 della Costituzione, richiesta di politiche sociali. Parzialmente positivo, con il limite, però, di richiamarsi alla preminenza della famiglia “tradizionale” sulle altre forme di unione e con il pericolo, quindi, di un certo “familismo”.

In questo quadro, presentiamo anche noi un testo, firmato dai gruppi di Rifondazione, PdCI, Uniti a sinistra. Chiediamo forti interventi sociali, sottolineiamo i tanti mutamenti intercorsi negli anni, quanto sia anacronistico richiamarsi ad una concezione fissa nel tempo che non fa i conti con durata dei matrimoni, numero dei figli, famiglie monoparentali, unioni di fatto

Nell’intervento, sottolineo con forte preoccupazione i sempre maggiori attacchi ad una concezione laica della società, le ingerenze della Chiesa cattolica che sempre più abbandona le posizioni conciliari, il timore da parte di molti settori di confrontarsi con il pluralismo. E’ un intreccio di temi: razzismo, omofobia, conservatorismo, attacco al welfare, ritorno a false sicurezze, fondamentalismo religioso su cui la destra sta costruendo la propria egemonia politica, favorita anche dal vuoto di una sinistra sempre più in cerca di legittimazioni e soggetta a rimozioni.

Il dibattito continua per ore. Noi ci dichiariamo disponibili a far passare il testo di Margherita e DS a patto che nessuno di loro voti le proposte della destra. La Margherita rifiuta.

Al momento del voto si assiste, quindi, ad uno scambio incrociato: la destra vota l’o.d.g. del futuro partito democratico e la quasi totalità della Margherita quello di Leo che i giornali, il giorno successivo, proclameranno vero vincitore della giornata, “tessitore” di alleanze, da grande maestro democristiano.

Il nostro o.d.g. non va ovviamente, al di là dei nostri voti.

Quanto accaduto è grave e preoccupante. Non solamente per la partecipazione, in forma ufficiale, di quattro consiglieri regionali alla manifestazione di Roma, per la maggioranza trasversale creatasi non per la prima volta, quando ogni nostra critica (TAV, buoni scuola, inceneritori) sembra peccato di “lesa maggioranza”.

Il problema più grave è la vicinanza su questioni etiche e di costume di forze che dovrebbero essere separate dalla “scelta democratica, da quanto divide il richiamo alla Resistenza, alla Costituzione, alla democrazia partecipativa rispetto al neofascismo, al populismo, ai richiami razzisti propri di tanta parte della destra. Era già accaduto, oltre 30 anni fa, sulla questione del divorzio, ma allora le spinte nella società, i movimenti di massa spiravano in altra direzione.

Nella ricostruzione di una sinistra nel nostro paese, il tema della laicità non potrà essere trascurato o passare in seconda linea Spero anche insieme a tanti/e credenti.

 

Sergio Dal masso

Consigliere regionale Rifondazione comnunista